Andrea Artioli: giovani e nuove generazioni

Andrea Artioli: giovani e nuove generazioni

Nel precedente articolo, l’Ufficio stampa di Innovea ha intervistato Andrea Artioli circa quelle che sono state le idee che ha deciso di sviluppare nel momento in cui è salito alla guida dell’azienda di famiglia. Visto i temi affrontati: importanza di valori, innovazione e modernità abbiamo ritenuto interessante proseguire l’intervista concentrandoci sul tema dei giovani e le nuove generazioni di casa Artioli.

La scorsa volta abbiamo parlato della sneaker, scarpa emblema della modernità. Come sta reagendo il mondo dei giovani all’introduzione di queste tipologie di modelli?

Noto con piacere la volontà dei giovani leaders di volersi distinguere dalla massa e distaccarsi da quelli che sono a volte i capricci della moda del momento. Questo desiderio si è sposato con l’introduzione di questa particolare tipologia di calzatura inserita nel mondo Artioli, che ha visto un ottimo riscontro da parte delle nuove generazioni e che ha saputo affermarsi come un prodotto smart casual e allo stesso tempo di stile e di qualità.

Parlando di giovani e nuove generazioni vorrei chiederle: Artioli è un’azienda di famiglia, prima Severino, poi Vito e ora Andrea. C’è qualcuno della nuova generazione già coinvolto in azienda?

MR. ANDREA ARTIOLI - BEIJING APRIL 2015Assolutamente sì! La storia di Artioli è una storia di famiglia, valori e insegnamenti che vengono trasmessi di generazione in generazione e che, anche io, ai miei tre figli, sto cercando di trasmettere, quello che mi è stato insegnato a mia volta da mio padre Vito e da mio nonno Severino. Ho tre figli maschi: Amedeo, Alberto e Alessandro. Tutti e tre in qualche modo collaborano già nell’azienda di famiglia. Amedeo, il più grande, studia Scienze della Comunicazione, già da piccolo, fu proprio lui per esempio a suggerirmi di iniziare a produrre delle sneaker di lusso, aveva già con sé un’ottima visione imprenditoriale. Poi c’è Alberto, che sta studiando Design e che lavora regolarmente in azienda insieme a mio padre Vito che gli sta insegnando tutte le fasi di produzione e l’arte del disegno calzaturiero (proprio come nonno Severino fece con me ai tempi). Il più piccolo dei tre, Alessandro, sta per iscriversi alla facoltà di economia e qualche volta mi accompagna nei viaggi di lavoro. Come può notare, tutti e tre hanno come iniziale del nome di battesimo la lettera A. Questo perché mio padre Vito ci teneva a mantenere viva questa tradizione di famiglia che infatti ha visto come “capostipiti” me e mio fratello Antonio. La lettera A è riconducibile al logo dell’azienda di famiglia: mio padre Vito anni fa lo disegnò utilizzando le sue iniziali intersecate verticalmente tra di loro, dopodiché, dopo aver dato a me e mio fratello due nomi con la lettera A come iniziale, ha pensato di cambiare l’interpretazione del logo. È possibile infatti vedere come seconda lettura di interpretazione del marchio anche due lettere A intersecate. Posso affermare di aver creato un vero e proprio team, tre ragazzi, fratelli che si vogliono bene e hanno compreso il valore della famiglia e dell’amore che deve essere presente al di sopra di ogni cosa.

 

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