UN BRAND DI FAMIGLIA

Quando Severino Artioli iniziò a lavorare nella bottega di un calzolaio di Ferrara era il 1912 e probabilmente non immaginava che oltre cento anni dopo il suo cognome sarebbe stato ancora ricamato ed inciso sulle scarpe tra le più belle e prestigiose oggi prodotte nel mondo.

Probabilmente non immaginava neanche che prima il figlio Vito e successivamente il Nipote Andrea, avrebbero provato la stessa passione e la stessa cura nel rendere sempre più solida l’azienda di famiglia, il Calzaturificio Star Spa di Tradate, in provincia di Varese.

È la storia che da tre generazioni si ripete, di padre in figlio come nelle migliori tradizioni artigiane del nostro paese Italia e dove i segreti imparati dal fondatore vengono oggi custoditi gelosamente dal figlio Vito che lavora ancora amorevolmente -side by side- con il figlio Andrea.

Severino Artioli ha avuto la visione di creare il calzaturificio Star e realizzare scarpe sempre più perfezionate, studiando a fondo l’anatomia del piede e la dinamica della camminata. Ha studiato i pellami per lungo tempo fino a selezionarne quelli con la migliore resa in assoluto per resistenza, comfort, traspirazione e tenuta climatica. Dopo anni di prove e di ricerche, insieme al figlio Vito sono state disegnate linee di scarpe eleganti che fecero innamorare sin dagli anni ’60 personaggi che erano essi stessi icone di eleganza come l’indimenticabile attore americano Gary Cooper.

Oggi con Andrea al timone ma con l’appoggio del papà Vito, si è deciso di affiancare ai classici mocassini, derby, francesine e stivali, anche una linea Artioli di Sneakers di lusso, conquistandosi l’attenzione ed il favore di uomini più sportivi, che amano un look più casual ma che non vogliono mai rinunciare alla ricercatezza e all’eleganza.

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Ci piace pensare all’uomo di successo, che anche nel tempo libero, possa andare in palestra, o al Golf Club e possa non rinunciare al piacere di indossare un nostro paio di scarpe adatto all’ambiente informale

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IL BRAND

Se il Brand Artioli oggi è conosciuto da una nicchia di persone, tra questi possiamo annoverare un élite che pochi altri Brand al mondo possono vantare: Presidenti degli USA non ultimo Obama e Trump, Russia, Principi dei paesi arabi, cantanti del calibro di Michael Jackson, Elton John e Prince solo per citarne qualcuno.

Artioli Style oggi è sinonimo di scarpe di lusso e raffinate, nel rispetto della storia del Brand ma nella ricerca di sempre nuovi modelli che anticipano le tendenze e ne orientano i canoni del gusto. All’interno stiamo facendo crescere tutta una nuova generazione di artigiani e designer che siamo sicuri che ci accompagneranno nella crescita e nello sviluppo di sempre più accattivanti linee per i nostri clienti attuali e futuri perché le scarpe di lusso Artioli possono essere al tempo stesso artigianali, esclusive, classiche e contemporanee.

Una scarpa elegante da uomo Artioli oggi si abbina in modo sapiente alle cinture in pelle, o a borse di classe per il business, e per il travel man abbiamo valigie durevoli e rifinitissime.

La linea uomo si completa con le Giacche in pelli pregiate e gli accessori come guanti, calze, profumo e ombrelli per accompagnare sempre i nostri clienti nei diversi momenti della loro vita.

La storia dei protagonisti

Severino Artioli nasce nel 1905 e a soli sette anni inizia ad apprendere il mestiere presso il maestro calzolaio di Ferrara. La produzione artigianale dell’epoca era grossolana e approssimativa e mal si sposava con il carattere attento e perfezionista di Severino il quale, una decina di anni dopo studiando i processi di lavorazione, li seppe perfezionare inventando insieme ai meccanici delle attrezzature che ottimizzavano al meglio la produzione e divennero addirittura un volano per far progredire la tecnica calzaturiera del 1900. Attraverso la tecnica “a cera persa” (la stessa che si usa per fare le campane in bronzo e le sculture), che consiste nel modellare dei prototipi in cera per poi realizzarli in metallo. Vito Artioli da buon allievo e figlio di Severino, imparò a produrre morsetti da lavoro e decorazioni metalliche soltanto per abbellire e personalizzare le tomaie e spesso anche tacchi e suole delle sue scarpe. Si deve a lui persino l’avvio della produzione artigiana di massa degli accessori metallici per la guarnizione di accessori e calzature. È sua anche l’invenzione della calzatura con l’elastico sotto la linguetta (diciamo “auto adaptive”) ma che ha reso possibile la realizzazione dei mocassini anche di scarpe apparentemente con i lacci, che calzano perfettamente grazie al sistema elastico posizionato all’interno.  Vito da grande precursore dei tempi, ideò persino nuovi ferri del mestiere per sagomare e sbordare le suole che oggi sono presenti in tutte le botteghe artigiane e di produzione non industriale.

Alla terza generazione sembrava dovesse toccare il compito solo di portare avanti la grande tradizione della Maison, invece con l’ingresso di Andrea, le sue idee in linea con la sua giovane età, ha suggerito l’inserimento di nuove collezioni come “Andrea by Artioli”, che forte della qualità e dell’utilizzo di materiali pregiati, gli ha consentito di creare nuovi modelli casual molto apprezzati dalle generazioni più giovani o anche per occasioni meno istituzionali. Andrea può essere considerato anche l’artefice della collezione “Years 2010” dove entrano anche soluzioni tecnologicamente avanzate nella progettazione e realizzazione di scarpe bio-climaticamente all’avanguardia. Tradizione e innovazione oggi sono rappresentati al meglio dalla sinergia di Vito e Andrea sempre presenti nella fabbrica artigianale di Tradate e pronti a stupire di stagione in stagione con nuove idee e modelli di fascia alta.

GLI INIZI – DAL 1912 AL 1944

Ferrarese di nascita, nel 1912, Severino Artioli, all’età di soli sette anni, si reca a bottega, nel doposcuola, per imparare il mestiere di calzolaio. Alla fine della guerra, acquista un banchetto con tutti gli arnesi necessari e comincia a lavorare per proprio conto. Le calzature, infatti, sono ancora tutte fatte a mano, su misura, e sono rare le esperienze di industrializzazione della lavorazione della scarpa. Fra queste, nasce proprio a Ferrara una delle prime fabbriche di calzature pret à porter, la Zenith, che avvia la produzione con macchine di provenienza statunitense prese soprattutto a noleggio. Severino Artioli viene assunto da questo calzaturificio, facendo rapidamente carriera al suo interno. Le speranze di nomina a direttore, dopo la morte improvvisa del proprietario, di cui Artioli è il beniamino, vengono però disattese dalla scelta, per questa posizione, di un altro tecnico.

Severino Artioli, offeso e deluso, si licenzia quindi dalla Zenith e inizia un lungo periodo di consulenza in vari calzaturifici per tutto il centro e il nord dell’Italia. Nel 1932, Artioli diviene dirigente del Calzaturificio di Tradate; una ditta piuttosto grande, in verità, che contava negozi a Milano, Torino e Roma. Tre anni dopo, anche per evitare la chiamata alle armi per la guerra di Abissinia, lascia Tradate e lavora per il calzaturificio Battistini di Forlì, fornitore di calzature per l’esercito. Artioli è esonerato dalla chiamata militare e ciò si ripete anche quando nel 1940 ritorna al Calzaturificio di Tradate come direttore generale. Intanto il desiderio di creare una propria fabbrica cova come il fuoco sotto la cenere: esattamente un giorno dopo la fine della guerra Severino si reca dal titolare e annuncia l’intenzione di mettersi in proprio.

LA FONDAZIONE DELL’IMPRESA – DAL 1945 AL 1957

Nel 1945 Severino Artioli decide di coinvolgere nel progetto di creare una propria fabbrica due colleghi del calzaturificio di Tradate: Angelo Millefanti, modellista di Busto Arsizio, e Eugenio Stefanotti, ex-direttore dei negozi “Tradate”. Nasce così il Calzaturificio Star srl. Il nome scelto richiama i nomi di due dei tre soci ma risente soprattutto della popolarità che i termini anglosassoni riscuotono in Italia nel dopoguerra. La sospirata fabbrica prende il via in un salone attrezzato con poche macchine, dato che la lavorazione di Artioli si distinguerà sempre per il suo carattere di alto artigianato. In breve tempo lo stabilimento passa da 7-8 operai a 110 e in tre anni produce circa 36.000 paia.

Nel 1955 muore Stefanotti, gli eredi cedono la loro quota ad Artioli e Millefanti e la ragione sociale dell’impresa cambia in “Calzaturificio Star di Artioli e Millefanti snc”. Due anni dopo viene costruito un nuovo stabilimento e la sede viene spostata, sempre a Tradate, in via Meucci 12.

IL SUCCESSO INTERNAZIONALE – DAL 1958 AL 1972

Alla fine degli anni cinquanta, entra nell’impresa Vito, secondo dei quattro figli di Severino, prescelto dal padre a continuare nell’attività. Abile nel disegno e creativo, Vito Artioli da sempre aiuta il padre nell’impresa, soprattutto nei periodi estivi. Conclusi gli studi in Italia, svolge una lunga e formativa esperienza negli Stati Uniti dove studia anche marketing e pubbliche relazioni al Mit di Boston. Tornato in Italia, approfondisce le proprie competenze nel settore calzaturiero conseguendo il diploma di modellista e stilista calzaturiero presso l’Ars sutoria di Milano. Forte dell’esperienza maturata e delle competenze acquisite, Vito Artioli comincia ad occuparsi della vendita delle proprie calzature, in quel momento destinate per l’80% ai negozi del Calzaturificio di Varese. I loro ordini non sono però soddisfacenti: non solo i negozi pagano poco, ma costringono la Star a produrre modelli che Vito Artioli considera ormai vecchi e superati.

Egli decide così di iniziare a disegnare la sua collezione su basi completamente innovative e, al tempo stesso, stilisticamente raffinate nelle forme, nel disegno e nei materiali. Queste nuove collezioni, pur ispirandosi alla tecnica artigianale di papà Severino che garantisce al prodotto leggerezza, calzabilità e una solidità quasi incorruttibile dal tempo, permettono a Vito di mettersi in luce dapprima nella vicina Svizzera e subito dopo nel Benelux, Francia ed Inghilterra. Il successo è tale da spingerlo a tentare la fortuna negli Stati Uniti: si allacciano inoltre legami stabili con negozi di abbigliamento statunitensi, che apprezzano il nome italiano Artioli più dell’anglosassone Star, e il successo di vendita sancisce la nascita del brand “Vito Artioli”. Nel 1966 viene liquidato il socio Millefanti e la denominazione sociale cambia in Calzaturificio Star di Artioli Severino e Vito snc. Negli Usa il successo delle sue scarpe innovative, anche per l’uso di pellami esotici, soprattutto lo struzzo, è tale da fornirgli i capitali necessari per un decisivo ammodernamento degli impianti e delle strutture dell’impresa.

L’ESPANSIONE – DAL 1973 AL 1989

Nel 1973 il Calzaturificio Star assume la forma della società per azioni: Vito Artioli è amministratore unico della società, con il padre come procuratore speciale. La crisi del petrolio fa sentire i suoi effetti sul potere d’acquisto degli europei e degli statunitensi ed anche le vendite di Artioli ne risentono negativamente; si affaccia però, in questi stessi anni, un nuovo ricco mercato: quello arabo. Cresce la domanda di modelli estrosi, colorati, con tacchi alti e impreziositi da morsetti, fibbie e accessori anche in oro massiccio. La produzione tocca anche nicchie quali la scarpa da golf e lo stivale da polo su misura: Vito Artioli arriva a disegnare più di mille modelli all’anno e i clienti aumentano sempre di più. Accanto alle calzature, per soddisfare le richieste, si avvia anche la produzione di cinture in abbinamento con le scarpe, sempre su disegno di Vito Artioli, con la conseguente assunzione di artigiani cinturai.

Si intraprende poi la produzione di piccola pelletteria, borse e valigeria sempre all’interno della fabbrica tradatese. Sempre negli anni settanta si sperimenta la commercializzazione al minuto con un negozio multimarca a Tradate, tre a Varese e un monomarca a San Francisco. Una parte di questa attività è affidata alla moglie di Vito Artioli, MariaGrazia, che viene nominata procuratrice dell’azienda. Negli stessi anni, Vito Artioli intensifica il proprio apporto al pubblico e al sociale: si impegna nell’amministrazione cittadina, contribuisce a fondare il Rotary club di Tradate e, soprattutto a partire dal 1973 presiede per un decennio la Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Varese. Nel 1985 uno dei due figli di Vito, Andrea Artioli, viene mandato dal padre nel negozio di san Francisco per introdurlo poi nell’impresa familiare. Andrea rivela una eccezionale predisposizione per l’attività di venditore e al suo ritorno, conseguito il diploma superiore e un diploma alla Berkeley University di San Francisco, inizia a lavorare stabilmente per la ditta. Nel 1985 l’impresa si trasferisce nella sede odierna in via Oslavia n. 3 a Tradate.

DAGLI ANNI ’90 A OGGI

Dopo il crollo del muro di Berlino, i mercati dell’Est europeo, con la comparsa di nuovi ricchi, diventano importanti per Artioli che, con Andrea che si afferma sempre più nella ditta, conta svariati punti vendita in Russia, nelle repubbliche ex sovietiche CSI, come Ucraina, Armenia, Kazakistan, Azerbaijan etc., e poi in Giappone, Cina, Malaysia, Singapore e Australia. La fortuna dell’impresa si deve anche alla capacità di seguire i nuovi mercati che, con il passare del tempo, e la globalizzazione, si aprono. Oggi, ad esempio, è in previsione l’apertura di punti vendita anche in India, confidando nella rapida crescita economica di questo paese. Nel 2004, a novantanove anni e sei mesi, muore Severino Artioli, fondatore della Star e da sempre vicino e solidale al figlio Vito e al nipote Andrea nelle scelte aziendali. Oggi, Artioli sviluppa l’impresa con progetti innovativi, gestendola con una struttura il più possibile vicina all’impresa familiare.

Questa è considerata infatti l’unica in grado di permettere piccole produzioni e grande qualità, e quindi garantire l’alto pregio del prodotto, senza soggiacere a necessità di fatturato.

L’azienda può infatti contare sulla collaborazione di maestri artigiani per lavorazioni specialistiche di alta qualità e grande pregio.

Artioli è ormai in grado di aprire negozi monomarca in tutto il mondo che offrono l’intera gamma di calzature e accessori in pelle, personalizzati stilisticamente e coniugati con lo stile di vita italiano. Gli Artioli hanno finora disegnato più di 90.000 modelli di scarpe e pelletterie puntando sulla continua innovazione del prodotto.

La storia dei protagonisti

La storia dei protagonisti

Severino Artioli nasce nel 1905 e a soli sette anni inizia ad apprendere il mestiere presso il maestro calzolaio di Ferrara.

La produzione artigianale dell’epoca era grossolana e approssimativa e mal si sposava con il carattere attento e perfezionista di Severino il quale, una decina di anni dopo studiando i processi di lavorazione, li seppe perfezionare inventando insieme ai meccanici delle attrezzature che ottimizzavano al meglio la produzione e divennero addirittura un volano per far progredire la tecnica calzaturiera del 1900.

Attraverso la tecnica “a cera persa” (la stessa che si usa per fare le campane in bronzo e le sculture), che consiste nel modellare dei prototipi in cera per poi realizzarli in metallo. Vito Artioli da buon allievo e figlio di Severino, imparò a produrre morsetti da lavoro e decorazioni metalliche soltanto per abbellire e personalizzare le tomaie e spesso anche tacchi e suole delle sue scarpe. Si deve a lui persino l’avvio della produzione artigiana di massa degli accessori metallici per la guarnizione di accessori e calzature.

È sua anche l’invenzione della calzatura con l’elastico sotto la linguetta (diciamo “auto adaptive”) ma che ha reso possibile la realizzazione dei mocassini anche di scarpe apparentemente con i lacci, che calzano perfettamente grazie al sistema elastico posizionato all’interno.  Vito da grande precursore dei tempi, ideò persino nuovi ferri del mestiere per sagomare e sbordare le suole che oggi sono presenti in tutte le botteghe artigiane e di produzione non industriale.

Alla terza generazione sembrava dovesse toccare il compito solo di portare avanti la grande tradizione della Maison, invece con l’ingresso di Andrea, le sue idee in linea con la sua giovane età, ha suggerito l’inserimento di nuove collezioni come “Andrea by Artioli”, che forte della qualità e dell’utilizzo di materiali pregiati, gli ha consentito di creare nuovi modelli casual molto apprezzati dalle generazioni più giovani o anche per occasioni meno istituzionali.

Andrea può essere considerato anche l’artefice della collezione “Years 2010” dove entrano anche soluzioni tecnologicamente avanzate nella progettazione e realizzazione di scarpe bio-climaticamente all’avanguardia.

Tradizione e innovazione oggi sono rappresentati al meglio dalla sinergia di Vito e Andrea sempre presenti nella fabbrica artigianale di Tradate e pronti a stupire di stagione in stagione con nuove idee e modelli di fascia alta.

GLI INIZI – DAL 1912 AL 1944

Ferrarese di nascita, nel 1912, Severino Artioli, all’età di soli sette anni, si reca a bottega, nel doposcuola, per imparare il mestiere di calzolaio. Alla fine della guerra, acquista un banchetto con tutti gli arnesi necessari e comincia a lavorare per proprio conto. Le calzature, infatti, sono ancora tutte fatte a mano, su misura, e sono rare le esperienze di industrializzazione della lavorazione della scarpa. Fra queste, nasce proprio a Ferrara una delle prime fabbriche di calzature pret à porter, la Zenith, che avvia la produzione con macchine di provenienza statunitense prese soprattutto a noleggio. Severino Artioli viene assunto da questo calzaturificio, facendo rapidamente carriera al suo interno. Le speranze di nomina a direttore, dopo la morte improvvisa del proprietario, di cui Artioli è il beniamino, vengono però disattese dalla scelta, per questa posizione, di un altro tecnico.

Severino Artioli, offeso e deluso, si licenzia quindi dalla Zenith e inizia un lungo periodo di consulenza in vari calzaturifici per tutto il centro e il nord dell’Italia. Nel 1932, Artioli diviene dirigente del Calzaturificio di Tradate; una ditta piuttosto grande, in verità, che contava negozi a Milano, Torino e Roma. Tre anni dopo, anche per evitare la chiamata alle armi per la guerra di Abissinia, lascia Tradate e lavora per il calzaturificio Battistini di Forlì, fornitore di calzature per l’esercito. Artioli è esonerato dalla chiamata militare e ciò si ripete anche quando nel 1940 ritorna al Calzaturificio di Tradate come direttore generale. Intanto il desiderio di creare una propria fabbrica cova come il fuoco sotto la cenere: esattamente un giorno dopo la fine della guerra Severino si reca dal titolare e annuncia l’intenzione di mettersi in proprio.

LA FONDAZIONE DELL’IMPRESA – DAL 1945 AL 1957

Nel 1945 Severino Artioli decide di coinvolgere nel progetto di creare una propria fabbrica due colleghi del calzaturificio di Tradate: Angelo Millefanti, modellista di Busto Arsizio, e Eugenio Stefanotti, ex-direttore dei negozi “Tradate”. Nasce così il Calzaturificio Star srl. Il nome scelto richiama i nomi di due dei tre soci ma risente soprattutto della popolarità che i termini anglosassoni riscuotono in Italia nel dopoguerra. La sospirata fabbrica prende il via in un salone attrezzato con poche macchine, dato che la lavorazione di Artioli si distinguerà sempre per il suo carattere di alto artigianato. In breve tempo lo stabilimento passa da 7-8 operai a 110 e in tre anni produce circa 36.000 paia.

Nel 1955 muore Stefanotti, gli eredi cedono la loro quota ad Artioli e Millefanti e la ragione sociale dell’impresa cambia in “Calzaturificio Star di Artioli e Millefanti snc”. Due anni dopo viene costruito un nuovo stabilimento e la sede viene spostata, sempre a Tradate, in via Meucci 12.

IL SUCCESSO INTERNAZIONALE – DAL 1958 AL 1972

Alla fine degli anni cinquanta, entra nell’impresa Vito, secondo dei quattro figli di Severino, prescelto dal padre a continuare nell’attività. Abile nel disegno e creativo, Vito Artioli da sempre aiuta il padre nell’impresa, soprattutto nei periodi estivi. Conclusi gli studi in Italia, svolge una lunga e formativa esperienza negli Stati Uniti dove studia anche marketing e pubbliche relazioni al Mit di Boston. Tornato in Italia, approfondisce le proprie competenze nel settore calzaturiero conseguendo il diploma di modellista e stilista calzaturiero presso l’Ars sutoria di Milano. Forte dell’esperienza maturata e delle competenze acquisite, Vito Artioli comincia ad occuparsi della vendita delle proprie calzature, in quel momento destinate per l’80% ai negozi del Calzaturificio di Varese. I loro ordini non sono però soddisfacenti: non solo i negozi pagano poco, ma costringono la Star a produrre modelli che Vito Artioli considera ormai vecchi e superati.

Egli decide così di iniziare a disegnare la sua collezione su basi completamente innovative e, al tempo stesso, stilisticamente raffinate nelle forme, nel disegno e nei materiali. Queste nuove collezioni, pur ispirandosi alla tecnica artigianale di papà Severino che garantisce al prodotto leggerezza, calzabilità e una solidità quasi incorruttibile dal tempo, permettono a Vito di mettersi in luce dapprima nella vicina Svizzera e subito dopo nel Benelux, Francia ed Inghilterra. Il successo è tale da spingerlo a tentare la fortuna negli Stati Uniti: si allacciano inoltre legami stabili con negozi di abbigliamento statunitensi, che apprezzano il nome italiano Artioli più dell’anglosassone Star, e il successo di vendita sancisce la nascita del brand “Vito Artioli”. Nel 1966 viene liquidato il socio Millefanti e la denominazione sociale cambia in Calzaturificio Star di Artioli Severino e Vito snc. Negli Usa il successo delle sue scarpe innovative, anche per l’uso di pellami esotici, soprattutto lo struzzo, è tale da fornirgli i capitali necessari per un decisivo ammodernamento degli impianti e delle strutture dell’impresa.

L’ESPANSIONE – DAL 1973 AL 1989

Nel 1973 il Calzaturificio Star assume la forma della società per azioni: Vito Artioli è amministratore unico della società, con il padre come procuratore speciale. La crisi del petrolio fa sentire i suoi effetti sul potere d’acquisto degli europei e degli statunitensi ed anche le vendite di Artioli ne risentono negativamente; si affaccia però, in questi stessi anni, un nuovo ricco mercato: quello arabo. Cresce la domanda di modelli estrosi, colorati, con tacchi alti e impreziositi da morsetti, fibbie e accessori anche in oro massiccio. La produzione tocca anche nicchie quali la scarpa da golf e lo stivale da polo su misura: Vito Artioli arriva a disegnare più di mille modelli all’anno e i clienti aumentano sempre di più. Accanto alle calzature, per soddisfare le richieste, si avvia anche la produzione di cinture in abbinamento con le scarpe, sempre su disegno di Vito Artioli, con la conseguente assunzione di artigiani cinturai.

Si intraprende poi la produzione di piccola pelletteria, borse e valigeria sempre all’interno della fabbrica tradatese. Sempre negli anni settanta si sperimenta la commercializzazione al minuto con un negozio multimarca a Tradate, tre a Varese e un monomarca a San Francisco. Una parte di questa attività è affidata alla moglie di Vito Artioli, MariaGrazia, che viene nominata procuratrice dell’azienda. Negli stessi anni, Vito Artioli intensifica il proprio apporto al pubblico e al sociale: si impegna nell’amministrazione cittadina, contribuisce a fondare il Rotary club di Tradate e, soprattutto a partire dal 1973 presiede per un decennio la Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Varese. Nel 1985 uno dei due figli di Vito, Andrea Artioli, viene mandato dal padre nel negozio di san Francisco per introdurlo poi nell’impresa familiare. Andrea rivela una eccezionale predisposizione per l’attività di venditore e al suo ritorno, conseguito il diploma superiore e un diploma alla Berkeley University di San Francisco, inizia a lavorare stabilmente per la ditta. Nel 1985 l’impresa si trasferisce nella sede odierna in via Oslavia n. 3 a Tradate.

DAGLI ANNI ’90 A OGGI

Dopo il crollo del muro di Berlino, i mercati dell’Est europeo, con la comparsa di nuovi ricchi, diventano importanti per Artioli che, con Andrea che si afferma sempre più nella ditta, conta svariati punti vendita in Russia, nelle repubbliche ex sovietiche CSI, come Ucraina, Armenia, Kazakistan, Azerbaijan etc., e poi in Giappone, Cina, Malaysia, Singapore e Australia. La fortuna dell’impresa si deve anche alla capacità di seguire i nuovi mercati che, con il passare del tempo, e la globalizzazione, si aprono. Oggi, ad esempio, è in previsione l’apertura di punti vendita anche in India, confidando nella rapida crescita economica di questo paese. Nel 2004, a novantanove anni e sei mesi, muore Severino Artioli, fondatore della Star e da sempre vicino e solidale al figlio Vito e al nipote Andrea nelle scelte aziendali. Oggi, Artioli sviluppa l’impresa con progetti innovativi, gestendola con una struttura il più possibile vicina all’impresa familiare.

Questa è considerata infatti l’unica in grado di permettere piccole produzioni e grande qualità, e quindi garantire l’alto pregio del prodotto, senza soggiacere a necessità di fatturato.

L’azienda può infatti contare sulla collaborazione di maestri artigiani per lavorazioni specialistiche di alta qualità e grande pregio.

Artioli è ormai in grado di aprire negozi monomarca in tutto il mondo che offrono l’intera gamma di calzature e accessori in pelle, personalizzati stilisticamente e coniugati con lo stile di vita italiano. Gli Artioli hanno finora disegnato più di 90.000 modelli di scarpe e pelletterie puntando sulla continua innovazione del prodotto.